Caputo, Sabelli e Romizi: Bari, ma con questo “poker” tu ci vizi. Bari – Avellino 4-2

E’ indubbio che giocare la domenica faccia sempre respirare quel pizzico d’aria di serie A. La stessa che, dopo oggi, è lecito sognare per merito di questo pubblico, questa rosa e queste prestazioni. Dopo il Catania, viene spazzato via non senza qualche sofferenza anche l’Avellino ex capolista e in striscia positiva da sei giornate. Agata Christie sosteneva “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”: non ci resta che aspettare sabato e la trasferta di Varese, ma per adesso il Bari risponde presente all’appello delle pretendenti alla promozione nella massima serie.

Vittoria importantissima, utile non solo a far crescere ancor di più il morale di tutto l’ambiente proprio come nella cavalcata finale dell’anno scorso, ma anche da un punto di vista tecnico, dando conferma che la vittoria di sette giorni fa in casa di un Catania disastrato e disastroso (sconfitto pesantemente sabato a La Spezia) non è arrivata per caso o per troppi demeriti dei siciliani.

Il mai domo Avellino di Rastelli, si dimostra squadra di ottimo livello, comprovando di meritare la posizione occupata in classifica: sull’esperienza dello scorso campionato, sono certo che questa volta gli irpini continueranno stabilmente a veleggiare nella zona playoff sino a fine campionato.

Squadra che vince, non si cambia. Mangia dà ragione in qualche modo alla teoria del compianto Boskov e dà fiducia in toto alla squadra vittoriosa in Sicilia, con la sola eccezione dell’ovvio ritorno tra i titolari del nazionale Sabelli. Ma a sorpresa, non nella sua posizione di destra al posto di Salviato, bensì sul lato opposto, facendo rifiatare e dando un giusto turno di riposo ad un Calderoni apparso poco brillante sino a questo momento. Ma la chiave di lettura, potrebbe essere anche un’altra, ossia che mister Mangia non vuole rischiare di dover perdere per squalifica entrambi i terzini, considerato il loro stato di diffida. Per il resto, tutto confermato. Strano a dirsi, ma è ancora panchina per Galano.

Come con il Catania, il Bari parte fortissimo e sblocca la partita nei primi dieci minuti. Primo gol al “San Nicola” per uno straordinario e sontuoso Romizi, bravo a trafiggere Gomis con un missile da fuori area come solo lui sa fare: le prodezze di Empoli, Carpi e Trapani sono infatti ancora presenti nella memoria di molti, soprattutto in quella del sottoscritto.

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Romizi colpisce dalla “sua mattonella” e sblocca il risultato © photo LaPresse

Grinta, voglia, determinazione e forma fisica straripante. Sono questi gli aspetti che emergono su tutti, soprattutto nel primo tempo e il raddoppio di Caputo ne è la evidente dimostrazione: azione da manuale con palla recuperata a centrocampo, ripartenza veloce con Stevanovic, inserimento di Sciaudone sulla destra premiato perfettamente dal serbo, cross sul primo palo e gol del capitano. Roba da far vedere nelle scuole calcio.

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Il raddoppio firmato da Ciccio Caputo © photo LaPresse

Ma calma. Non tutto è perfetto in questo Bari. Comprese la gare di coppa Italia, soltanto due volte la porta è rimasta inviolata: l’esordio vincente a Chiavari e, paradossalmente, contro quel Livorno che ultimamente sta relegando goleade un po’ a tutti. Le amnesie e le sofferenze sulla palle alte o su quelle inattive continuano. L’intero versante sinistro sembra meno vivace, con Sabelli forse spaesato e Defendi e De Luca attenti più in fase di copertura che offensiva. Il doppio vantaggio inevitabilmente fa rallentare il ritmo, ma con squadre come quella irpina la prima disattenzione la paghi caramente. Ed infatti, il “conte Dracula” Comi ne approfitta due volte in pochi minuti, ma fortuna vuole che nella seconda occasione la bandierina dell’assistente Fabbri è alzata. L’intervallo arriva nel momento giusto per i biancorossi.

L’inizio di ripresa è copia di quello del primo tempo. Partenza sprint e non è un caso che il terzo gol arrivi sempre nei primi minuti e proprio da quel lato sinistro apparso in difficoltà sino a quel momento. De Luca si accentra come a Catania, ma stavolta invece di calciare, serve un cioccolatino per Sabelli che non può sbagliare. Primo gol tra i professionisti per lui e per il futuro terzino della nazionale. Anche se il ct dell’Under 21 Di Biagio, pare non lo abbia ancora capito…

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Il primo gol in carriera di Sabelli © photo LaPresse

Per l’Avellino potrebbe essere il colpo del ko, invece reagisce quasi subito e si rende pericoloso con la solita terribile coppia Comi-Castaldo. E in che modo? Sempre con colpi di testa: sul primo è superlativa la risposta di Donnarumma, ma sul secondo purtroppo deve capitolare. Inevitabile da quel momento in poi la sofferenza finale, complice anche il calo fisico di alcuni elementi della squadra; diversi sprechi di preziose ripartenze a causa di passaggi sbagliati per evidente mancanza di lucidità. Ma nel recupero, l’inesauribile Sciaudone ha ancora la forza per un ultimo scatto, procurandosi il primo rigore stagionale, in maniera piuttosto furbesca. Ciccio non lo sbaglia. E con questo sono 5 in 7 partite. Fischio finale.

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Caputo trasforma il primo rigore stagionale del Bari. © photo LaPresse

Quarto risultato utile consecutivo. Cominciamo anche a divertirci. Che il trenino si sia rimesso sui binari giusti?

N.I.

Due “punture” per tre punti. Al pranzo domenicale si Mangia siciliano. Catania – Bari 2-3

Domenica 12 ottobre. E’ il giorno di Catania-Bari. Partita cruciale ma non fondamentale della stagione, ma è da vincere a tutti costi sia per approfittare delle difficoltà ambientali e tecniche nelle quali si ritrovano i siciliani, sia per scacciare via quei nuvoloni neri iniziati ad addensarsi attorno alla squadra. Non riesco a prender sonno, ma questa volta non c’entra nulla la tensione come nella vigilia della semifinale playoff col Latina: la colpa va ricercata nel gran caldo di questi giorni e nel ritorno di gran carriera, affamate di sangue, delle simpaticissime zanzare. A ripensarci, però, avrei dovuto capirlo che quello probabilmente era un segnale premonitore su chi sarebbe potuto essere il protagonista della partita di oggi: chi se non lui, “la zanzara” biancorossa De Luca.

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De Luca firma l’1-3 con un preciso diagonale all’angolino © LaPresse photo

All’indomani del suo 23esimo compleanno e davanti agli occhi di Sannino, maestro dell’allievo Mangia e suo scopritore ai tempi di Varese, l’ex atalantino festeggia al meglio regalandosi una doppietta che permette al Bari di espugnare un campo difficilissimo, e ancora imbattuto, come quello del “Cibali”. Ci pensa poi Contini con uno straordinario intervento su Rosina ad una manciata di minuti dalla fine, ad evitare un 3-3 che davvero avrebbe avuto un sapore “clamoroso”.

Due gol di De Luca e tre punti difesi da Donnarumma: chissà quanto staranno gongolando quei tifosi che li hanno sempre difesi in questa prima parte di stagione a dir poco deludente e che li ha fatti finire sul banco degli imputati insieme all’allenatore, come i principali responsabili del momento tutt’altro che brillante della squadra.

Ma attenzione: è importante ricordare che così come non occorreva amareggiarsi o esprimere troppo disappunto per la mancanza di risultati positivi, allo stesso modo non bisogna esaltarsi per questa vittoria. Perché da queste parti, si sa come funziona dopo vittorie del genere: la trionfale accoglienza all’aeroporto ne è la prova.

Vincere fa sempre piacere, ma piano con le facili illusioni anche perché si è affrontato un Catania presentatosi a questa partita con ben 12 indisponibili e praticamente senza difesa a causa delle assenze di Terracciano, Spolli, Rolin, Rinaudo, Gyomber e Capuano, senza dimenticare quelle di Castro, Djokovic e degli ex Almiron e Çani. Ma queste sono cose che possono succedere. Anzi, per certi versi, viene in mente proprio l’ultimo precedente tra le due formazioni, a fine 2010, quando il Bari di Ventura si arrese solo 1-0 senza ben otto titolari (Almiron, Donati, i due Masiello, Barreto, Ghezzal, Rivas e Castillo) e costretto a giocare con i giovanissimi Rana, Strambelli, Crimi e il “fuori rosa” Galasso.

Si capisce che il Bari di oggi non ha la minima intenzione di lasciarsi sfuggire una cosi ghiotta occasione: pronti via e dopo nemmeno cinque minuti è bravissimo Sciaudone ad approfittare di una pazzesca dormita di Escalante su rimessa laterale e servire a Caputo una palla che deve essere solo spinta dentro.

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Dopo Modena ed Entella, è sempre Ciccio Caputo a sbloccarla ©LaPresse photo

Le palle inattive continuano a far soffrire la retroguardia biancorossa, ma la disattenzione di giornata che costa il pareggio, si materializza nella concessione (su un calcio d’angolo a favore!) di un contropiede ai catanesi: Martinho fa il Ronaldo, l’ingenuo Sciaudone diventa Iuliano, ma l’arbitro “talismano” Candussio (con lui, compresa la gara di oggi, 5 vittorie su 5 in trasferta) non è Ceccarini e concede il calcio di rigore che Rosina non sbaglia, nonostante il buco nella rete illuda gli oltre 5oo tifosi baresi giunti in Sicilia.

Il successivo nuovo vantaggio barese arriva sempre con un’iniziativa dalla destra: Stevanovic replica il cross vincente di sette giorni fa col Modena, ma questa volta non è Caputo sul primo, bensì De Luca sul secondo palo ad inserirsi ed insaccare di testa.

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De Luca (di testa!) riporta in vantaggio i biancorossi ©LaPresse photo

Poi è sempre “la zanzara” ad inizio secondo tempo, a legittimare il risultato con un diagonale molto preciso. La partita sembra essere chiusa e messa in cassaforte, soprattutto dopo che Donnarumma sventa il 2-3 di Calaiò con un prodigio. Ma è ancora una volta un penalty di Rosina (il sesto in otto partite) a riaccendere le speranze.

Gli ultimi minuti sono da sempre una sofferenza per chi tifa Bari. Come a Frosinone post infortunio a Donati, Mangia decide di sostituire un centrocampista (Defendi) con un altro difensore centrale (Rossini). Scelta forse discutibile e rischiosa, con la squadra che finisce per arretrare troppo il baricentro, esponendosi ai confusionari assalti dei padroni di casa: in ciociaria arrivò la beffa al 95’, questa volta ci ha pensato Contini ad evitarla col suo intervento che vale come un gol.

L’importante era vincere e fortunatamente si è vinto. Per cui tutti felici e contenti. Sono tornati anche i selfie di Sciaudone dallo spogliatoio a fine gara. La tradizione cominciò proprio in Sicilia dopo aver sbancato Trapani lo scorso anno…

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Vecchie tradizioni tornano….

Ora testa all’Avellino. C’è un’eliminazione dalla coppa Italia da vendicare. E a giudicare da oggi, i principali “colpevoli” di quella partita, De Luca e Donnarumma, sono più che pronti.

N.I.