Il Bari perde la faccia e l’Avellino non il vizio: sbranati nella tana dei lupi. Avellino – Bari 2-0

“Sappiamo benissimo che tipo di partita ci attende ad Avellino. Al Partenio sarà difficile per noi dal punto di vista ambientale anche perché certi trascorsi lasciano sempre degli strascichi. Loro sono molto aggressivi e fisici e sono in grado di esercitare una certa pressione fino al limite dell’area avversaria. Fanno un gioco maschio e saranno certamente arrembanti, quindi noi non potremo pensare di impensierirli giocando col fioretto.”

E meno male che son parole sue… queste di mister Nicola in conferenza stampa potevano in un certo modo lasciare intendere quale sarebbe stato il tipo di approccio e d’impostazione di gara da parte della sua squadra. E teoricamente il suo ragionamento poteva anche starci, considerato che comunque si andava a giocare in un campo storicamente ostico e si affrontava la terza in classifica evidentemente “caricata a pallettoni” dai suoi tifosi quasi fosse un derby, vista anche l’impossibilità di giocare quelli reali con Napoli e Salernitana: contenti loro…

Frustrazioni avversarie a parte e tornando sulle parole di Nicola, la realtà dei fatti ha dimostrato ben altro: il Bari non solo non è andato in Campania a giocare armato di fioretto, ma è praticamente sceso in campo impaurito e disarmato. In un’atmosfera ed un clima (non solo meteo) infernale e del tutto surreale, è mancato solo che capitan Donati sventolasse un’arrendevole bandiera bianca non appena scesi in campo.

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La delusione a fine gara dei biancorossi © photo Giuseppe Corcelli

Servivano undici uomini… undici gladiatori pronti a lottare su ogni pallone e rispondere ad ogni tipo di provocazione spicciola dei bianco verdi, ma alla fine dei 95 minuti, davvero in pochi si sono dimostrati tali. E la colpa per buona parte è anche dell’allenatore. Certo, la terza partita in sette giorni e diversi acciacchi fisici di alcuni giocatori, avranno avuto il loro peso su alcune scelte ma per quanto si è visto in campo, viene facile pensare che le valutazioni di formazione fatte dall’ex tecnico del Livorno per una partita cosi “maschia” e fisica, siano state completamente sbagliate.

Si è permesso a tale gente di nome Pisacane, Zito, Castaldo e D’Angelo, di fare i fenomeni dentro e soprattutto fuori dal campo e solo perché dall’altro lato hanno trovato semplici agnellini biancorossi pronti ad essere sacrificati e sbranati dai lupi bianco verdi. Aggrediti con cattiveria sin dal primo minuto (anzi, dal riscaldamento) e andati in svantaggio, non è arrivato un minimo e concreto accenno di reazione (se non qualcosina nel secondo tempo), senza mai dare l’impressione di poter o voler recuperare. Una squadra spenta e passiva che si è lasciata sopraffare da un avversario tutt’altro che tecnico.

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D’Angelo sblocca la partita proprio come un anno fa © photo LaPresse

 

A salvarsi da questa umiliante trasferta di Avellino, sono davvero in pochi e quasi sempre i soliti, ossia Donati, Contini ed Ebagua…guarda caso quelli con più esperienza alle spalle ed i più abituati a certi tipi di partite, anche se il nigeriano dovrebbe pensare più a giocare piuttosto che legarsi ed aggiustarsi i capelli… ma non è solo colpa sua se viene poco servito dal resto della squadra, compagni d’attacco in primis. Disastrosi, per usare un eufemismo, tutti gli altri ma creano imbarazzo le prestazioni in particolar modo di uno spaesato Schiattarella, assolutamente inadatto in quel ruolo, di un invisibile De Luca che da titolare non rende come da subentrato e infine di un Salviato sempre più inadeguato a giocare a questi livelli e che mi auguro personalmente di non vedere più in campo d’ora in avanti in assenza di Sabelli. Si adattino a destra Defendi, Schiattarella, Filippini o si promuova dalla primavera il promettente Scalera… ma per carità, basta con Salviato.

Col senno di poi è sempre facile parlare, ma sono chiare le responsabilità di Nicola nell’aver scelto certi giocatori per affrontare questo tipo di partita: ma siamo davvero sicuri che non serviva gente come il “cagnaccio” Romizi con la sua aggressività, Defendi con il suo dinamismo o Minala con la sua “fame” ed il suo fisico? Restano tanti ma tanti dubbi a riguardo…

Da non trascurare, ma oramai non è più una novità, la sterilità degli schemi offensivi apportati da Nicola e che lasciano molte perplessità: insistere col lancio lungo per Ebagua (per di più, per un tempo con il vento a sfavore) e affidarsi alle conclusioni da fuori area o alle fiammate dei singoli, ma quali effetti potrà portare alla lunga?

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Il celebre terzino Zito, si diverte così a fine gara.

E’ vero che è inutile pensare al passato, però mai come questa volta, quanto sarebbero serviti un Polenta o un Gennaro Delvecchio nella corrida avellinese… perché quando manca la tecnica (e l’Avellino ne è la prova evidente) è giusto giocarsela senza paura sul piano fisico e rissoso… magari avremmo perso ugualmente e forse anche finito in inferiorità numerica, ma di sicuro non si sarebbe permesso agli avellinesi di alzare la cresta…Quello avremmo dovuto farlo noi. I galletti siamo noi.

Tra quindici giorni altra partita calda e delicata in quel di Pescara… per evitare un altro scempio (memore soprattutto della gara di andata) come quello andato in scena ad Avellino, sarebbe opportuno ricordare ad allenatore e giocatori di onorare la maglia che indossano e a tirare fuori i cosiddetti già dalla prossima in casa. Aldilà degli evidenti risultati negativi (13 sconfitte!) e della deludente classifica, l’aspetto più brutto è proprio questo, ossia di vedere dopo trenta giornate, una squadra senz’anima, senza la giusta fame e con nessuna voglia di provare a lottare per un obiettivo: occorre svegliarsi e darsi una regolata, perché qui nessuno ha voglia di rivedere il trenino fatto da Sansovini, Memushaj e compagnia sotto la curva pescarese…

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Il trenino avellinese capeggiato dal gallo Zito…

N.I.

 

 

 

Avellino – Bari 2-0. Tabellino e pagelle

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AVELLINO: Frattali; Pisacane, Ely, Fabbro; Bittante (90′ Regoli), Arini, D’Angelo (76′ Almici), Sbaffo, Zito (71′ Schiavon); Castaldo, Trotta. A disposizione: Gomis, Comi, Soumarè, Kone, Angeli, Mokulu. All. M.Rastelli.

BARI: Guarna; Salviato, Rinaudo, Contini, Calderoni; Donati (83′ Romizi), Schiattarella (56′ Galano), Bellomo; De Luca (74′ Caputo), Ebagua, Boateng. A disposizione: Donnarumma, Camporese, Filippini, Rada, Benedetti, Defendi. All. D.Nicola.

Arbitro: Pasqua di Tivoli

Marcatori: 24′ D’Angelo (A), 84′ Trotta (A)

Ammoniti: Sbaffo (A), Ebagua (B), Contini (B), Trotta (B)

 

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L’undici sceso in campo e sconfitto ad Avellino

 

 

Pagelle

GUARNA 5,5: Si fa sorprendere sulla punizione di Zito. Riesce a respingere ma non è cosi reattivo nel rialzarsi tempestivamente prima che D’Angelo lo trafigga. Sempre attento nelle altre conclusioni. STATICO

SALVIATO 4,5: Fa diventare fenomeno chiunque gli giochi contro, persino tale Zito, il quale passa una bella serata saltandolo sistematicamente. Lento, impacciato e goffo quando invece prova a proporsi in avanti. INGUARDABILE

RINAUDO 5,5: Capigliatura e faccia da duro non possono bastare per uscire vincitore dalla battaglia con Castaldo & co. Non commette gravi errori, ma regala sempre qualche brivido in ogni suo intervento. TUTTO FUMO

CONTINI 6: Come già accaduto tante volte quest’anno, è l’unico che lotta col coltello tra i denti lì dietro. Non perde mai la bussola e respinge come e quando può gli attacchi campani. Lui non ha paura. CAZZUTO

CALDERONI 5,5: Meglio di Salviato, non soffre in marcatura le discese di Bittante e prova a spingere più del solito mettendo qualche cross. Nel finale tiene in gioco Castaldo lanciandolo a rete, ma fortunatamente il numero 10 sbaglia. IMPALPABILE

DONATI 6: Il capitano accetta la sfida e non si fa sovrastare dalla coppia D’Angelo-Arini. Poco aiutato da Bellomo e Schiattarella, non riesce ad inventare lo spunto decisivo, ma almeno ci prova e si rende pericoloso con i tiri da fuori. ABBANDONATO

BELLOMO 5: Mai concretamente in partita. Perde stupidamente palla a centrocampo e rimedia con un fallo dalla quale poi nascerà l’1-0. Di positivo solo una palla di prima per Caputo. La punizione dal limite spedita in curva è l’emblema della sua serata tutt’altro che felice. ANONIMO

SCHIATTARELLA 4,5: Chi l’ha visto? Riesce a non farsi ammonire nonostante il clima da corrida in campo. Non può giocare in quella posizione ma Nicola pare non lo voglia capire. Sarebbe più utile come terzino di fascia al posto di Salviato. INVISIBILE

DE LUCA 5: E’ il meno pericoloso del trio d’attacco. Mai uno spunto o un’iniziativa pericolosa. Zero conclusioni verso la porta. Si nota di più nei ripiegamenti difensivi. INCONCLUDENTE

EBAGUA 6: Lotta e sgomita come al suo solito. Pensa più a sistemarsi i capelli e cade nelle provocazioni, rimediando un giallo che gli costerà la gara con il “suo” Varese. Ma è sua l’unica conclusione pericolosa verso lo specchio. ISOLATO

BOATENG 5,5: Nel primo tempo non si vede quasi mai in attacco, anche perchè gioca più da terzino che da esterno offensivo. Nella ripresa si vivacizza un po’ ma non basta per lasciare il segno.  SACRIFICATO

GALANO 5,5: Entra per la mezzora finale, ma non riesce praticamente mai a rendersi pericoloso, anche perchè gioca nella posizione ricoperta ad inizio stagione con Mangia.  Il suo  ingresso in campo però fa alzare il baricentro della squadra.  SBIADITO

CAPUTO 5,5:  Bello il movimento smarcante su assist di Bellomo ma avrebbe potuto provare a calciare di prima anzichè stoppare e saltare il portiere in corsa da posizione defilata. Per il resto, niente di che. SPUNTATO

ROMIZI SV

Bari – Avellino 4-2. Tabellino e pagelle

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BARI: Donnarumma; Salviato, Contini, Ligi, Sabelli (76′ Calderoni); Romizi, Sciaudone, Defendi; Stevanovic (73′ Galano), Caputo, De Luca (89′ Rossini). A disposizione: Guarna, Filippini, Minala, Stoian, Woslki, Rozzi. All. D.Mangia.

AVELLINO:  Gomis; Pisacane, Ely, Chiosa; Bittante (56’Zito), Konè, Arini, Schiavon (68′ Soumarè), Visconti; Comi (70′ Pozzebon), Castaldo. A disposizione: Frattali, Arrighini, Regoli, Vergara, Angeli, Filkor. All. M.Rastelli.

Arbitro: Fabbri di Ravenna

Marcatori: 8′ Romizi (B), 13′ Caputo (B), 26′ Comi (A), 50′ Sabelli (B), 70′ Castaldo (A), 94′ Caputo rig. (B)

Ammoniti: Caputo (B), Schiavon (A), Bittante (A), Romizi (B), Salviato (B), Arini (A), Konè (A), Pisacane (A)

 

BARIAVE

I giocatori di “poker” che hanno sbancato l’Avellino

Pagelle

DONNARUMMA 7,5: Tra i pali si conferma un gatto. Quasi ci arriva sul gol di Comi. Straordinario riflessi su Konè, Comi e Soumarè nel finale. Dalle “insolite” uscite a centro area, si capisce che è in fiducia. PROVVIDENZIALE

SALVIATO 5,5: Non sfigura come in altre occasioni e si fa anche apprezzare con qualche discesa. E’ più difensore che terzino. Ma non sale in tempo e mantiene in gioco Comi in occasione del primo gol. APPREZZABILE

CONTINI 6,5: Nonostante le amnesie dell’intero reparto, si conferma il migliore della retroguardia. Gioca in sicurezza e con esperienza senza mai rischiare. VETERANO

LIGI 5,5: Sul secondo gol si fa anticipare nettamente da Castaldo. Di testa, pur con la sua altezza, arriva sempre un attimo in ritardo, soffrendo per tutta la partita. INCERTO

SABELLI 7: A sorpresa viene schierato a sinistra. Appare un po’ spaesato e non è efficace come in altre occasioni. Si perde Comi, ma si fa perdonare con il primo gol in carriera. Esce stremato. INESAURIBILE

ROMIZI 7,5: Il gol è una perla come al solito. Ma impressiona per l’intensità e la grinta con la quale va a contrastare tutto e tutti. E’ ovunque e non si ferma mai. Autentico leader . DURACELL

SCIAUDONE 7,5: Anche lui come Romizi, non ha un momento di pausa. Non segna, ma regala un altro assist a Caputo dopo quello di Catania e si procura furbescamente un rigore alla fine di una discesa…al 92’… 4 POLMONI

DEFENDI 6,5: Primo tempo di sostanza. Viene fuori nella ripresa, quando la sua corsa e la sua freschezza diventano fondamentali con Romizi e Sciaudone in leggero calo. Sbaglia qualche passaggio di troppo. DIESEL

STEVANOVIC 6,5: Teoricamente è l’esterno destro d’attacco, ma in molte occasioni si stacca e si mette tre le due linee di centrocampo e attacco come trequartista. Avvia l’azione del secondo gol. ISPIRATORE

CAPUTO 7,5: Il movimento sul primo palo in occasione del raddoppio è da grande attaccante. Nell’area piccola son tutte sue. Dopo quello in amichevole col Marsiglia, trasforma freddamente il primo rigore stagionale. IMPLACABILE

DE LUCA 6,5: Partita di enorme sacrificio per il folletto biancorosso. Non si vede tanto in zona offensiva se non in un’unica occasione…decisiva, con lo splendido assist per Sabelli.  SACRIFICATO

GALANO 6: Al rientro dopo l’infortunio di Vicenza. Ha la voglia di spaccare il mondo perché sa di dover sudare tanto per riprendersi il posto da titolare. Micidiale nelle ripartenze, sfiora il gol che poteva chiudere prima il match. SMANIOSO

CALDERONI SV

ROSSINI SV

Caputo, Sabelli e Romizi: Bari, ma con questo “poker” tu ci vizi. Bari – Avellino 4-2

E’ indubbio che giocare la domenica faccia sempre respirare quel pizzico d’aria di serie A. La stessa che, dopo oggi, è lecito sognare per merito di questo pubblico, questa rosa e queste prestazioni. Dopo il Catania, viene spazzato via non senza qualche sofferenza anche l’Avellino ex capolista e in striscia positiva da sei giornate. Agata Christie sosteneva “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”: non ci resta che aspettare sabato e la trasferta di Varese, ma per adesso il Bari risponde presente all’appello delle pretendenti alla promozione nella massima serie.

Vittoria importantissima, utile non solo a far crescere ancor di più il morale di tutto l’ambiente proprio come nella cavalcata finale dell’anno scorso, ma anche da un punto di vista tecnico, dando conferma che la vittoria di sette giorni fa in casa di un Catania disastrato e disastroso (sconfitto pesantemente sabato a La Spezia) non è arrivata per caso o per troppi demeriti dei siciliani.

Il mai domo Avellino di Rastelli, si dimostra squadra di ottimo livello, comprovando di meritare la posizione occupata in classifica: sull’esperienza dello scorso campionato, sono certo che questa volta gli irpini continueranno stabilmente a veleggiare nella zona playoff sino a fine campionato.

Squadra che vince, non si cambia. Mangia dà ragione in qualche modo alla teoria del compianto Boskov e dà fiducia in toto alla squadra vittoriosa in Sicilia, con la sola eccezione dell’ovvio ritorno tra i titolari del nazionale Sabelli. Ma a sorpresa, non nella sua posizione di destra al posto di Salviato, bensì sul lato opposto, facendo rifiatare e dando un giusto turno di riposo ad un Calderoni apparso poco brillante sino a questo momento. Ma la chiave di lettura, potrebbe essere anche un’altra, ossia che mister Mangia non vuole rischiare di dover perdere per squalifica entrambi i terzini, considerato il loro stato di diffida. Per il resto, tutto confermato. Strano a dirsi, ma è ancora panchina per Galano.

Come con il Catania, il Bari parte fortissimo e sblocca la partita nei primi dieci minuti. Primo gol al “San Nicola” per uno straordinario e sontuoso Romizi, bravo a trafiggere Gomis con un missile da fuori area come solo lui sa fare: le prodezze di Empoli, Carpi e Trapani sono infatti ancora presenti nella memoria di molti, soprattutto in quella del sottoscritto.

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Romizi colpisce dalla “sua mattonella” e sblocca il risultato © photo LaPresse

Grinta, voglia, determinazione e forma fisica straripante. Sono questi gli aspetti che emergono su tutti, soprattutto nel primo tempo e il raddoppio di Caputo ne è la evidente dimostrazione: azione da manuale con palla recuperata a centrocampo, ripartenza veloce con Stevanovic, inserimento di Sciaudone sulla destra premiato perfettamente dal serbo, cross sul primo palo e gol del capitano. Roba da far vedere nelle scuole calcio.

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Il raddoppio firmato da Ciccio Caputo © photo LaPresse

Ma calma. Non tutto è perfetto in questo Bari. Comprese la gare di coppa Italia, soltanto due volte la porta è rimasta inviolata: l’esordio vincente a Chiavari e, paradossalmente, contro quel Livorno che ultimamente sta relegando goleade un po’ a tutti. Le amnesie e le sofferenze sulla palle alte o su quelle inattive continuano. L’intero versante sinistro sembra meno vivace, con Sabelli forse spaesato e Defendi e De Luca attenti più in fase di copertura che offensiva. Il doppio vantaggio inevitabilmente fa rallentare il ritmo, ma con squadre come quella irpina la prima disattenzione la paghi caramente. Ed infatti, il “conte Dracula” Comi ne approfitta due volte in pochi minuti, ma fortuna vuole che nella seconda occasione la bandierina dell’assistente Fabbri è alzata. L’intervallo arriva nel momento giusto per i biancorossi.

L’inizio di ripresa è copia di quello del primo tempo. Partenza sprint e non è un caso che il terzo gol arrivi sempre nei primi minuti e proprio da quel lato sinistro apparso in difficoltà sino a quel momento. De Luca si accentra come a Catania, ma stavolta invece di calciare, serve un cioccolatino per Sabelli che non può sbagliare. Primo gol tra i professionisti per lui e per il futuro terzino della nazionale. Anche se il ct dell’Under 21 Di Biagio, pare non lo abbia ancora capito…

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Il primo gol in carriera di Sabelli © photo LaPresse

Per l’Avellino potrebbe essere il colpo del ko, invece reagisce quasi subito e si rende pericoloso con la solita terribile coppia Comi-Castaldo. E in che modo? Sempre con colpi di testa: sul primo è superlativa la risposta di Donnarumma, ma sul secondo purtroppo deve capitolare. Inevitabile da quel momento in poi la sofferenza finale, complice anche il calo fisico di alcuni elementi della squadra; diversi sprechi di preziose ripartenze a causa di passaggi sbagliati per evidente mancanza di lucidità. Ma nel recupero, l’inesauribile Sciaudone ha ancora la forza per un ultimo scatto, procurandosi il primo rigore stagionale, in maniera piuttosto furbesca. Ciccio non lo sbaglia. E con questo sono 5 in 7 partite. Fischio finale.

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Caputo trasforma il primo rigore stagionale del Bari. © photo LaPresse

Quarto risultato utile consecutivo. Cominciamo anche a divertirci. Che il trenino si sia rimesso sui binari giusti?

N.I.