Alla fine, il bicchiere è mezzo pieno. Si torna dall’Adriatico solo con un punto ma è da considerare tutto sommato positivo per certi aspetti: di fronte c’era la squadra più in forma del campionato (13 punti nelle ultime 5) nonché miglior attacco del campionato e si è riusciti a mantenere la porta inviolata senza troppe difficoltà; non solo, il pareggio permette di mantenere a vista gli stessi abruzzesi lasciando quindi invariata la distanza da quella “maledetta” quanto desiderata zona playoff; infine, si è evitato di bissare la brutta figura di Avellino, merito di un atteggiamento mostrato in campo molto attendista ma non timoroso. Certo, vista anche la serata poco felice del Pescara, si poteva provare ad osare di più per portare a casa la posta massima per dare non solo un segnale forte a chi sta davanti, ma soprattutto una bella botta di autostima al gruppo e diventare finalmente “grandi”. Ma va bene così. Un pareggio fuori casa non è mai da buttar via.
Molto confortante la prova difensiva. Ci è voluto un bel po’ di tempo ma a quanto pare è stato finalmente trovato l’assetto giusto. Anche col Pescara, Guarna è rimasto ai limiti del senza voto. La coppia tutta esperienza Contini-Rinaudo ha facilmente disinnescato il pericoloso tandem Sansovini-Melchiorri e non è mai andata in affanno se non in occasione del probabile calcio di rigore negato al Pescara a metà ripresa. C’è chi crede che le coincidenze non esistano… intanto, sarà anche un caso, ma i numeri parlano chiaro: col ritorno tra i pali di Guarna e il passaggio della difesa a 4, i due veterani centrali di difesa hanno giocato insieme cinque volte. Gol subiti? Solo due ed entrambi nella stessa partita. Questo vuol dire che per ben quattro volte non si sono subite reti, ma le occasioni concesse agli avversari si contano probabilmente sul palmo di una mano. A memoria infatti non si ricordano grossi pericoli creati da Lanciano, Modena, Varese e appunto Pescara.
Aspetto sicuramente positivo e da non tralasciare questa solidità difensiva raggiunta, merito anche dei due terzini Sabelli e Calderoni, quest’ultimo apparso in crescita da quando tornato titolare. Peccato per il problema muscolare accusato dal numero 27 biancorosso nel finale di gara… la speranza è che non sia nulla di grave, considerato il lungo precedente stagionale che già lo ha tenuto fermo ai box per molto tempo. Col Pescara, fortunatamente Nicola ha pensato bene di sostituirlo con Defendi, con il conseguente arretramento di Schiattarella: bravo mister, Salviato lascialo li dove non può fare danni.
Discreto anche il lavoro offerto dal centrocampo. Romizi (pur considerato mezz’ala) ha degnamente sostituito e non ha fatto sentire troppo la mancanza di Donati. Ma questo si sapeva già. In ogni caso, mossa furba quella del tecnico Nicola che a scapito di qualche verticalizzazione per il tridente biancorosso, ha puntato più che altro sul dinamismo del numero 4 (ben diverso da quello di Donati) per sporcare e limitare le palle innescate per le punte abruzzesi. La qualità in questi casi avrebbe potuto e dovuta mettercela Bellomo, ma il ragazzo di Bari Vecchia deve ancora ritrovarsi e non riesce ancora a convincere come dovrebbe. Speriamo che la Pro Vercelli, prossimo avversario, lo ispiri come tre anni fa quando realizzò una doppietta pazzesca sul neutro di Andria.
La nota negativa della serata è invece rappresentata dall’attacco. Se per la difesa si possono tessere meritate lodi, non si può fare di certo la stessa cosa per la prova del tridente offensivo. Caputo confermato titolare a sorpresa ai danni del neopapà Ebagua, ha lottato e sgomitato generosamente, ma i palloni arrivati dalla sue parti non sono stati poi così tanti. Per lo meno, questa volta non ci sono stati errori da matita blu a referto per l’altamurano. Deludente (di nuovo) la prova di Boateng, giustamente sostituito da De Luca nella mezz’ora finale nella quale la zanzara non è riuscita a fare poi molto di più rispetto all’italo-ghanese. Galano è apparso il più vivo del tridente: prestazione non esaltante quella del numero 10, ma la conclusione più pericolosa di tutta la partita porta la sua firma, arrivata per di più a metà ripresa, sintomo di come fosse stata deludente la prova offensiva della squadra. Occore magari essere più concreti e cinici in certe occasioni. Soprattutto se anche gli avversari dimostrano di non essere in serata e di accontentarsi del pareggio. Inoltre c’è anche un fattore scaramantico ad influire sulla sterilità della squadra… Dopo Perugia e Vicenza all’andata, il Bari è tornato a farsi bello di notte, indossando il vestito di gala nero ma anche stavolta… zero gol fatti. La cosa buona è che almeno non si è perso.
Il calendario offre ora un interessante tris di partite abbastanza favorevole sulla carta con Pro Vercelli, Ternana e Crotone. All’andata queste tre segnarono il punto più brutto della stagione con 0 punti e 0 gol fatti, prestazioni vergognose ed inevitabile esonero di Mangia. C’è molto quindi da “vendicare” o da farsi perdonare. Fare bottino pieno vorrebbe dire quota 50 e cos’altro? Ok, salvezza raggiunta… e poi?
N.I.